Siamo giunti a Crema quasi per caso e forse un po’ prevenuti, forse pensando soprattutto ad un’operosa piccola città e meno ai suoi contenuti architettonici.
Ma già all’ingresso siamo rimasti colpiti da una colorata e graziosa costruzione, come un particolare saluto di benvenuto.
Poi palazzi, scorci di strade ed androni di particolare bellezza si presentavano alla nostra vista.
Il duomo con le sue trine, da cui si occhieggia il cielo, il palazzo pretorio ed il torrazzo con il suo arco ha catturato la nostra ammirazione.
Piena di animazione, di piccole botteghe Crema è una città che non si può mancare di visitare.
[*] così almeno la denota lo scrittore e giornalista Beppe Servegnigni, originario di Crema, in quanto più vicina all’etnia bergamasca che alla cremonese. |
Un po’ di storia:
secondo la tradizione la città risalirebbe al 570, mentre secondo altre fonti al IV secolo d.C. e ancora ad antichi insediamenti celtici o etruschi.
Nel 1159 fu invasa e distrutta dall’imperatore Federico Barbarossa, episodio ricordato anche da un dipinto sito nella sala del Consiglio Comunale denominata "sala degli Ostaggi Cremaschi".
Libero comune dal 1185 sino al 1335 quando fu sottomessa ai Visconti.
Dal 1449 sino alla caduta della Serenissima nel 1797 fu sotto il dominio veneziano passando poi ai francesi sino al 1815 quando divenne parte dell’austriaco regno Lombardo-Veneto.
Annessa al regno di Sardegna nel 1859 passò definitivamente al regno d’Italia nel 1861.
Per saperne di più:
wiki Crema |