Porto Flavia, come indica il suo nome, si tratta di un porto destinato all’imbarco del materiale stratto dalla vicina miniera.
Oggi non più operativo in quanto, dopo la seconda guerra mondiale, le operazioni estrattive furono abbandonate.
Costituito da due tunnel che sbucano a mezz’altezza dalla scogliera da cui si può godere una vista mozzafiato delle sottostanti spiagge e del Concali su Terràinu (o Pan di Zucchero data la sua somiglianza coll’omonimo colle di Rio de Janeiro), faraglione calcareo che si eleva per circa 130 m dalla superfice del mare.
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Un po’ di storia:
prima della realizzazione di Porto Flavia il minerale estratto veniva caricato manualmente sulle bilencelle (piccole imbarcazioni a vela latina) di Carloforte e ivi trasportato per essere caricato sulle navi da trasporto.
Ancora nel 1882 il giovane D’annunzio scrisse delle tragiche condizioni dei minatori denutriti e sottoposti a ritmi di lavoro massacranti.
Nel 1924, su progetto dell ing. Cesare Vecelli, fu realizzato Porto Flavia, il cui nome deriva dal nome della figlia dell’ingegnere.
Il complesso ipogeo si compone di due gallerie sovrapposte scavate nella roccia per una lunghezza di circa 600 m.
In queste, un ingegnoso braccio mobile permetteva direttamente il carico nelle stive delle navi da trasporto sin ad allora eseguito a spalla dai cosiddetti “galanze” prima sino alle “bilancelle” per poi essere stivato nelle navi nel porto di Carloforte.
Oggi non più in uso, dopo un sapiente e recente restauro il complesso è visitabile.
Si ringrazia la nostra amica Francesca per le belle immagini che ci ha permesso di pubblicare |