Avevamo già accennato a questo parco naturale in un post del settembre scorso, vogliamo quindi farvi meglio apprezzare questa riserva naturale sita a circa 13 km dal centro di Parma, quando il terreno appena inizia ad ondularsi per le prime propaggini appenniniche.
Compreso tra il Torrente Taro e il Baganza è stato istituito nel 1982, primo parco naturale della regione, esteso su circa 1270 ettari.
Chi ama la natura non può non dedicarvi parte del proprio tempo per visitarlo, a piedi o in bicicletta lungo i percorsi che lo attraversano, circa la metà del territorio è ricoperto da essenze boschive e, se si è fortunati, si può incontrare il capriolo e, stando fermi e in silenzio, uno scoiattolo o una volpe o ascoltare il ritmico martellare del picchio rosso.
Senza contare che dopo la passeggiata nel verde, nel giro di pochi chilometri, vi sono diversi posti da visitare, citando uno per tutti la rocca Sanvitale di Sala Baganza. |
Un po’ di storia:
Nel XVI secolo i boschi appartenevano ai conti Sanvitale, ma, a causa di una loro presunta partecipazione alla congiura dei feudatari nel 1612, furono confiscati dal duca di Parma Ranuccio I Farnese.
Nonostante frazionamenti e alienazioni successive i boschi rimasero riserva di caccia dei duchi Farnese e, dal 1731, dei Borbone.
La duchessa Maria Luigi d’Austria nel 1819 acquistò i boschi e i vari edifici.
Ampliò e modificò il Casino di Caccia e la villa del Ferlaro.
Nel 1820 la duchessa acquistò anche la tenuta del Ferlaro e incaricò il giardiniere Carlo Barvitius di realizzare un immenso parco all’inglese arricchito di piante monumentali provenienti dall'Appennino parmense, dalle Alpi trentine e da paesi esotici.
Nel 1847 alla morte della duchessa il territorio del parco passò ai Borbone e, con l’unità d’Italia, ai Savoia.
Ceduto in parte all’ingegnere Severino Grattoni, la cui vedova nel 1881 alienò la proprietà ai principi di Carrega, che smembrarono e affittarono o vendettero parti della proprietà facendo iniziare il degrado della tenuta, degrado che si accentuò nel 1983 a causa del terremoto che provocò ingenti danni.
I principi di Carrega cedettero il Casinetto al Consorzio Parco Naturale Regionale dei Boschi di Carrega, che, in seguito, acquistò anche il parco prospiciente la villa rendendolo visitabile.
Nel 2014 grazie al censimento de “I Luoghi del Cuore” promosso dal FAI sembrerebbe che la proprietà sia disponibile alla cessione del Casinetto per il suo completo restauro.
Per saperne di più
…dite la vostra: Parco Regionale dei Boschi di Carrega
wikipedia: Casino dei Boschi
wikipedia: Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega
www.parks.it parco boschi carrega (IT)
ambiente.regione.emilia-romagna.it
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