Non tratteremo di monumenti o territori, ma vogliamo lasciare spazio alla nostra collaboratrice Erika di esporre le sue sconsolanti osservazioni.
Ho scelto di venire a vivere a Busseto anche per i racconti di mia mamma : suo nonno era il giardiniere di Verdi e il resto della sua famiglia faceva parte della servitù, sua nonna si era sposata indossando il velo avuto in regalo dalla Strepponi, la casa di famiglia era stata acquistata anche grazie al lascito donato dal Maestro.
Da parte mia, quindi, oltre, all’ ammirazione per il genio, c’è sempre stato anche un sentimento più intimo, quasi di familiarità.
Ho sempre pensato che quando un paese ha la fortuna di dare i natali ad un genio, le generazioni successive potessero in qualche modo riceverne luce.
Ho partecipato con un senso di aspettativa ad alcuni spettacoli, quasi a pensare che l’atmosfera di Busseto potesse fornire un fascino superiore, anche quando il livello degli interpreti non era eccelso.
Per essere breve e non fare altre osservazioni direi che “desolazione” è il termine più appropriato in un crescendo che è culminato nella rappresentazione dell’Aida: circa trenta spettatori presenti!
E’ del tutto evidente che qualcosa non ha funzionato.
Io non conosco le associazioni, i vari organismi, che organizzano le manifestazioni, ma non ha alcuna importanza, ma so che gli interpreti venuti molto da lontano non riporteranno in patria un giudizio positivo sulla nostra capacità di accoglienza e di rispetto di chi in quel momento è comunque nostro ospite .
Forse sono un’ utopista, ma sostengo che sia fondamentale riuscire a fare sistema e che sotto la guida di un’attenta regia tutti debbano concorrere al di sopra di posizioni politiche, di invidie personali al bene e allo sviluppo del paese che non può che partire dalla valorizzazione dei nostri tesori artistico culturali.
Non sono nessuno, ma mi permetto di suggerire l’utilità di un incontro tra tutte le componenti …per poter almeno cominciare a fare delle riflessioni.
Erika C |