C'è sempre quel momento in cui un artista decide di
sovvertire le regole del gioco |
Per Oscar Ghiglia
questo accadde nel 1907, quando posizionò la sua modella – la signora
Ojetti, moglie di un influente critico d'arte – in un roseto
rigoglioso, solo per renderla poi quasi invisibile nella composizione
finale. Guardando il dipinto oggi, ci troviamo di fronte a un'opera
rivoluzionaria dove le vere protagoniste sono le rose:
vibranti, sensuali, imperiali nel loro dominio cromatico, mentre la
figura umana si ritira nell'ombra, come uno spettatore timido davanti
alla magnificenza della natura.
Le rose, protagoniste
indiscusse della tela di uno dei capolavori più spettacolari della sala dei Giardini Segreti della
mostra FLORA non sono mere comparse botaniche ma presenze viventi che
dominano la composizione.
La figura femminile,
quasi come un'apparizione evanescente, è una silhouette senza volto che si dissolve nel tripudio
floreale che la circonda. Il pittore compie qui un atto rivoluzionario:
declassa l'umano a elemento secondario, elevando invece la natura a
vero soggetto del dipinto.
Quando
Ghiglia crea questa visione onirica, ha già assorbito l'influenza dei
Nabis francesi, quei "profeti" dell'arte che, nutriti
dall'esempio di Cézanne e Gauguin, cercavano di trascendere l'impressionismo
per raggiungere una dimensione più simbolica e spirituale della
pittura. L'incontro con le loro opere alla Biennale di Venezia del 1907
aveva lasciato un'impronta indelebile nella sua sensibilità artistica. |
In questo roseto
incantato, ogni pennellata rivela una nuova consapevolezza. Come
Segantini, Previati e Spadini prima di lui, Ghiglia osserva il mondo naturale con occhi
nuovi - non più come semplice scenografia, ma come
protagonista di un dialogo silenzioso con l'anima umana. Il verde del
fogliame si fa abbraccio protettivo, mentre la luce filtra attraverso
questo microcosmo vegetale con la delicatezza di un sospiro.
È la celebrazione del giardino
romantico, certo, ma anche qualcosa di più profondo: è
la nostalgia per una natura che consola, che lenisce le ferite
dell'esistenza, che accompagna l'uomo nel suo cammino terreno. Dopo
l'esperienza divisionista, il paesaggio ritorna così al centro
dell'indagine artistica, ma con una leggerezza nuova, più intima, più autenticamente umana.
In
questo quadro che non grida ma sussurra, Ghiglia ci offre una visione
che permane nell'anima dello spettatore, proprio come il profumo di una rosa che, anche quando il fiore sfiorisce, continua a vivere nella memoria
dei sensi. |
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Un fiore non è mai solo
un fiore. Nella mostra FLORA alla Villa dei Capolavori c’è il realismo
vibrante delle ortensie di Fornara, i fiordalisi ipnotici di Casorati,
i fiori cristallini e la Flora magica di Depero, le rose silenziose di
Giorgio Morandi, i crisantemi metafisici di de Chirico, il gladiolo
fulminato di de Pisis. Ogni opera svela un dialogo profondo tra natura
e arte.
Per
alcuni artisti il fiore è grazia, per altri meditazione e
introspezione, per altri ancora esplosione di energia. FLORA racconta
questo intreccio tra sensibilità e linguaggi, tra tradizione e
avanguardia. |
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FLORA con guida è un
altro sguardo sulla mostra.
Partecipare a una visita guidata di FLORA significa attraversare la
mostra con uno sguardo più consapevole, accompagnati da una guida
specializzata che saprà raccontare gli artisti, svelare dettagli
nascosti, condividere aneddoti e offrire chiavi di lettura sulla
raffinata stagione floreale dell’arte del Novecento.
Le visite guidate in
questo weekend:
- il sabato alle ore 15.45 e 16.30
- la domenica alle ore 11.30, 16.00 e 17.00
Per partecipare è
richiesta la prenotazione scrivendo a segreteria@magnanirocca.it
Costo visita: 5 € (oltre al biglietto d’ingresso: 15 €)
Visite
Guidate per gruppi organizzati — le visite guidate sono disponibili
anche per gruppi (fino a 25 persone) anche in inglese e francese. Per
organizzare la visita guidata per il tuo gruppo scrivi a
segreteria@magnanirocca.it |
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È il 1984 quando Tersicore fa il suo ingresso alla
Villa dei Capolavori. Chissà se Luigi Magnani immaginava che sarebbe
stata la sua ultima opera acquistata |
Fa senz'altro effetto
che si tratti di un personaggio della mitologia greca, fuori dal tempo,
tramite dell’ispirazione artistica, una musa pronta a danzare al ritmo
eterno del cosmo. Tersicore infatti è la musa della danza e della lirica corale.
Appartiene alla dimensione mitologica, inscalfibile ed eterna, a cui
Canova guarda.
A
differenza di artisti dello stesso periodo come Delacroix, David e
Ingres, Canova infatti non permette che la sua arte venga influenzata
dagli sconvolgimenti politici dell’epoca, e interpreta l’arte della
Grecia classica non solo seguendone i canoni estetici, ma anche i
valori universali di armonia, verità e giustizia. |
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Le statue classiche
sono senza dubbio il suo principale riferimento, candide e armoniose,
ma non prive di potenza espressiva. Non dimentichiamoci che nel
Neoclassicismo regna ancora la convinzione che le statue antiche
fossero bianche e immacolate.
Nonostante tracce di
colore fossero state notate già a partire dal Rinascimento, nell’epoca
neoclassica, artisti e studiosi, primo tra tutti Winckelmann, decidono
di ignorare questo dato e di rendere il candore il loro manifesto. Il
bianco infatti è l’assenza del colore, rimanda a uno stato di
perfezione e di elevazione spirituale. Un gesto romantico, di disprezzo
dell’evidenza, quello di volgersi verso un’ideale nobile, ma
inesistente. è solo a partire dagli ultimi decenni che, con l’avanzare
delle ricerche e dei progressi tecnologici, è ormai noto che statue e
templi fossero in realtà policromi, sia nella Grecia che nella Roma
antica.
In
realtà, chi ha la fortuna di vedere dal vivo Tersicore, noterà che la
statua presenta delle macchie la cui origine rimane tutt’ora un
mistero. Ascolta il Podcast su Spotify |
Fondazione
Magnani-Rocca
via Fondazione
Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
MOSTRA FLORA.
L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal Novecento a oggi
a cura di Daniela
Ferrari e Stefano Roffi. La mostra è stata realizzata in collaborazione
con Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Con il supporto di Fondazione Cariparma e Crédit Agricole Italia
image
credits
Oscar Ghiglia, La signora Ojetti
nel roseto, 1907, olio su tela. Courtesy Società di Belle Arti,
Viareggio |
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