Si è svolta questa mattina (sabato 25 gennaio) la
Cerimonia di Premiazione della 19° edizione di Orobie Film Festival,
il Festival internazionale del cinema dedicato alla montagna,
organizzato da Associazione
Montagna Italia.
La mattinata presso la sala Galmozzi di Bergamo è stata
condotta dal direttore artistico Roberto
Gualdi.
Orobie Film Festival promuove tre
concorsi, uno cinematografico, uno fotografico ed uno
dedicato ai racconti di montagna intitolato a Walter Bonatti.
La Giuria del concorso fotografico, costituita dal
Presidente Marco Caccia con Claudia Carrara, Mauro Gritti e Piero
Gritti ha visionato tutte le fotografie giunte in concorso, selezionato
21 scatti e premiato la seguente.
Premio Concorso fotografico
Con il sostegno della Provincia di Bergamo
Vince lo scatto “Sotto il Morteratsch” di Roberto
Bellini
Giorgia Gandossi, consigliera alla montagna della
Provincia di Bergamo, ha consegnato il premio all’autore.
L'immagine ci offre lo straordinario spettacolo di una
galleria glaciale! Attualissima e spontanea la domanda: per quanto
tempo ancora i ghiacciai ci potranno offrire la loro presenza
utilissima alla vita dell'uomo e la bellezza di spettacoli come quello
in immagine? Questo il messaggio sotteso alla foto di elevata qualità
nella distribuzione prospettica di luci ed ombre con i raggi del sole
al centro, nei colori ben distribuiti dallo scuro al chiaro. Al centro
dell'immagine il sole che illumina il cammino gioioso dell'uomo sul
ghiacciaio...
Ogni sera della kermesse il pubblico ha potuto, inoltre,
votare la propria fotografia preferita. Lo scatto più apprezzato è
stato “Aspettando il sole” di Paolo Miramondi.
La seconda edizione del Premio Letterario Walter Bonatti | Racconti di
montagna ha riscosso molto successo. Tra tutte le opere
giunte, la Giuria, composta dal Presidente Angelo Corna con i membri
Massimiliano Passi e Marco dalla Torre, ha premiato i seguenti
racconti.
3° premio
La montagna del signor Jahn – Enrica Tais
In una narrazione tra passato e presente, l’io narrante
si impegna a capire l’animo di Jahn, pittore austriaco a cavallo tra il
XIX e il XX secolo. Jahn era anche un eccellente alpinista, ma
soprattutto desiderava cogliere la vera dimensione della montagna
«fatta di vento, di sussurri impercettibili, silenzi profondi».
In questo tentativo di comprensione, al protagonista del
racconto non resta che ripercorrere le vie di Jahn, percorsi dalla
terra al cielo «passando per le vene più nascoste».
Narrazione suggestiva ed elegante, che si muove tra
alpinismo e arte, cercando di cogliere l’intimità dell’animo.
2°
premio Scarpe da tennis – Fabiola Gravina
L’amicizia di lunga data aiuta a comprendere e a
superare le asperità di carattere. Camminando, il protagonista ascolta
gli strali dell’amico Franco contro la frequentazione di massa della
montagna, con tutta l’impreparazione connessa e l’inadeguatezza
dell’equipaggiamento: le scarpe da tennis che fungono da titolo ne sono
un simbolo riassuntivo.
Un incidente occorso ad altri li costringe e fermarsi.
Il sarcasmo risentito di Franco lascia il passo a un nascente senso di
paternità. «La montagna ha anche questo pregio, favorisce la
riflessione».
1°
premio Non ti perdono – Valeria Cecchini
Il breve racconto narra con la potenza delle emozioni la
paura, il terrore paralizzante di perdere la persona amata, compagno di
vita e di cordata. La stessa passione dell’alpinismo, che entrambi
condividono, permette l’agguato del pericolo.
Il flusso di coscienza, che contiene l’intera
narrazione, si apre con tonalità livide e oniriche, per sciogliersi
inaspettatamente al suo concludersi.
Hanno consegnato i premi: il Presidente di Giuria Angelo
Corna e il membro di giuria Marco Dalla Torre, Vicepresidente Vicario
nazionale del GISM.
Da quest’anno, infatti, il Premio si avvale
dell’importante collaborazione del GISM – Gruppo Italiano Scrittori di Montagna |
Accademia d'Arte e Cultura Alpina - Delegazione per la Lombardia e la
Svizzera Italiana.
Come indicato dal suo statuto, l'associazione “ha lo scopo di esaltare e di
diffondere i valori ideali dell'alpinismo, di ispirare l'amore per la
montagna e di promuovere ogni iniziativa atta a favorirne la conoscenza
e la salvaguardia, nel rispetto dei valori naturali dell'ambiente e
delle genti montanare”.
La Giuria cinematografica, presieduta da Piero Carlesi
con Nicola Bionda e Giuseppe Spagnulo, ha valutato i 15 film in
concorso e premiato i seguenti titoli.
Premio Concorso cinematografico
Sezione Terre Alte del mondo
The Great White whale di Michael Dillon
Senza ombra di dubbio siamo davanti a un capolavoro. Una
grande avventura che emoziona lo spettatore e lo tiene incollato allo
schermo per tutta la durata immedesimandosi nell’impegno e nell’audacia
dei protagonisti che affrontano ogni avversità per raggiungere la loro
meta. Un’opera epica, di grande levatura firmata da un grande regista.
Purtroppo, il regista non ha potuto presenziare e ha
inviato un saluto-video.
Premio Concorso cinematografico
Sezione Paesaggi d’Italia
I custodi dei confini di Luigi Tassi
Le montagne devono unire gli uomini e non dividere.
Questo il messaggio di pace del film quanto mai attuale, vista la
situazione geopolitica in cui si trova oggi l’Europa. Sul confine di
1200 km tra Italia e Austria, sulle creste dove si è combattuta una guerra
cruenta e tragica, non ci sono più i doganieri ma solo i custodi dei
rifugi che difendono il territorio non più dai nemici ma tutt’al più
dalle aggressioni all’ambiente naturale, agevolando le frotte di
turisti che scalano montagne e percorrono sentieri.
Hanno premiato Carlo Personeni, Presidente Consorzio del
Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio e
Ester Pedrini, assessora alla cultura del comune di Seriate.
Premio Concorso cinematografico
Sezione Orobie e Montagne di
Lombardia
e Premio
Fondazione Riccardo Cassin
Mirella d' arte e di montagna di Paola Nessi
Mirella Tenderini è indiscutibilmente personaggio
storico dell’alpinismo e della sua cultura, rappresentante della storia
dell’alpinismo lombardo e in particolare lecchese che hanno segnato
pagine epiche. Il film ne tratteggia con precisione e cura la sua vita,
personale e professionale, ricca di episodi e storie affascinanti.
Hanno premiato Marta Cassin della Fondazione Riccardo
Cassin e Giorgia Gandossi, consigliera provinciale alla montagna.
Durante la cerimonia di premiazione sono stati
consegnati anche altri riconoscimenti, a vari enti e personaggi che si sono
contraddistinti nel mondo della montagna e che sono
stati ospiti questa settimana al Festival.
Premio Montagna Italia – WALTER
BONATTI a Mirella Tenderini
Motivazione: per
la sua energia vitale, audace e instancabile, dedicata a montagna e
cultura.
Hanno premiato Ester Pedrini, assessora alla cultura del
comune di Seriate, Oriana Ruzzini, assessora alla transizione
ecologica, ambiente e verde del Comune di Bergamo e Giorgia Gandossi,
consigliera provinciale alla montagna.
Premio Montagna Italia | PER LA
CULTURA a UNIMONT - Polo Alpino dell'Università degli Studi di Milano
Motivazione: Per
la valorizzazione e lo sviluppo dei territori montani.
Ha ritirato il premio la Prof. Anna Giorgi, responsabile
di UNIMONT
Ha premiato Carlo Personeni, Presidente Consorzio del
Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio.
Riconoscimento Montagna Italia |
PER I GIOVANI all’ITIS Paleocapa
Motivazione: per il progetto
“Alla scoperta delle Alpi Cozie” realizzato dalla Prof. Chiara Spanio
con i suoi alunni.
Hanno
presenziato la prof. Chiara Spanio, la prof. Mara Chiocchi e gli alunni
che hanno partecipato al progetto.
Ha premiato Oriana Ruzzini, assessora alla transizione
ecologica, ambiente e verde del Comune di Bergamo
Riconoscimento Montagna Italia |
PER IL SOCIALE alla Croce Bianca Bergamo
Motivazione: per
l’impegno nel ricordo di Matteo Carminati.
Hanno presenziato:
Vicepresidente di Croce Bianca Bergamo, Roberto Marauto
Marco Carminati, papà di Matteo
Arianna Rota, mamma di Matteo
Ha premiato Ester Pedrini, assessora alla cultura del
Comune di Seriate.
Riconoscimento Montagna Italia |
PER IL SOCIALE per il progetto “A Spasso con Luisa” - Sport e medicina
sulle Orobie
Motivazione: il
progetto avvicina i pazienti che hanno subito un trapianto d’organo
alla pratica sportiva.
Hanno presenziato:
Silvio Calvi
Giuliano Losi
Gianni Alfieri
Ha premiato Oriana Ruzzini, assessora alla transizione
ecologica, ambiente e verde del Comune di Bergamo.
Riconoscimento Montagna Italia |
PER LO SPETTACOLO a Silvia Lorenzi
Motivazione: per
la produzione e l’interpretazione della performance “Vette di Latte”.
Ha premiato Carlo Personeni, Presidente Consorzio del
Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio.
Altri riconoscimenti erano previsti, ma purtroppo i
referenti non sono riusciti a presenziare.
Riconoscimento Montagna Italia |
PER LA STORIA al Museo dei Tasso e della storia postale
Motivazione: per
la conservazione della memoria e per la diffusione della storia di
un’eccellenza orobica.
Riconoscimento Montagna Italia |
PER LA STORIA a Sergio Boem
Motivazione: per
l'attività di ricerca e ricordo attorno ai "dimenticati di Cima
Cady", che hanno vissuto la tragedia non solo della Grande Guerra
ma anche della montagna.
Per concludere il festival, sabato sera alle 20,30 al
Cinema Gavazzeni di Seriate la serata si aprirà con la
presenza di Mauro
Penasa, il Presidente del Club Alpino Accademico
Italiano, che illustrerà al pubblico l’Eagle Team, un progetto
giovanile di alpinismo di alto livello. Quattro ragazzi e due ragazze
partiranno infatti il 30 gennaio 2025 insieme al capo spedizione Matteo
Della Bordella e a tre tutor. Il sogno è l’apertura di una nuova via su
una parete tra le più affascinanti e sfidanti della Patagonia. La
spedizione si concluderà il 2 marzo 2025.
Mauro Penasa riceverà il riconoscimento Montagna Italia | PER I GIOVANI
in merito al progetto “EAGLE TEAM”.
Motivazione: per
il supporto ai giovani atleti nell'alpinismo di alto livello.
A seguire, si svolgerà la performance artistica “Vette di latte”
del Soprano Silvia
Lorenzi, commissionata all’artista tempo fa proprio da
Montagna Italia. La performance narra e canta la poetica storia
dell’amore tra Mom e Nero: lei vive sui monti, lui percorre le
pianure... lei meditativa, lui irrequieto... Dove li porterà il loro
amore?
Ha dichiarato l’artista: “Vette di latte è una performance di circa 35
minuti, che parla di montagna attraverso una favola per adulti e che
vuole avere dei significati latenti che ognuno può scoprire a seconda
della propria sensibilità. Mi piacerebbe che fosse un momento di
emozione per tutti coloro che assisteranno alla performance in cui la
voce sarà al centro.”
Per concludere la serata, la novità 2025 di OFF sarà la maratona
di film storici: fino alle due di notte il pubblico
potrà godere della visione di cinque opere che raccontano le imprese
dei grandi alpinisti.
Verso dove
Un uomo cammina per luoghi più o meno conosciuti, vaga
come cercasse di calpestare porzioni di terre ignote, mai calcate
prima. Cammina e osserva il mondo che scorre davanti a suoi occhi
cercando di fissarlo di congelarlo in uno spazio e tempo “altro”, sulla
celluloide della sua vecchia cinepresa. Quest’uomo è Kurt Diemberger,
alpinista e cineasta di vette rarefatte e terre lontane. Ha 82 anni,
non vive nel passato, ma nell'”adesso”, come se esplorasse di continuo
la terra che scorre sotto i suoi passi, per luoghi a lui cari,
l’Austria, l’Italia, le Dolomiti; come se continuasse ad indagare in
quello sguardo del suo “io” che osserva.
Verso dove racconta questo viaggio non chiedendo a Kurt
una direzione, quanto piuttosto chiedendogli conto del suo stato
percettivo, dell’esistente, in un presente compenetrato di sguardi
contemporanei e antichi, di visioni che costituiscono il suo “ora”, il
suo passato e il suo futuro.
G-IV Montagna di luce
Il film documenta la spedizione del Club Alpino Italiano
al Gasherbrum IV, la “montagna di luce” (7925 metri), in Karakorum.
Insieme a Riccardo Cassin, il capospedizione, c’erano Walter Bonatti,
Carlo Mauri, Giuseppe de Francesch, Toni Gobbi, Giuseppe Oberto, il
medico Donato Zeni e Fosco Maraini, cui si deve anche il resoconto
della mirabile impresa. Mirabile, perché Bonatti e Mauri conquistarono
la vetta il 6 agosto 1958, salendo dalla terribile cresta nord-est, una
via mai più ripetuta.
Everest senza maschera
Fino al 1978, l’Everest era stato scalato molte volte,
ma sempre con l’ausilio dell’ossigeno supplementare per ovviare alla
difficoltà di respirazione dovuta all’altitudine. A 25 anni dalla conquista
effettuata da Hillary e Tenzing, gli scalatori Messner e Habeler
dimostrano invece che è possibile farlo senza le bombole, cambiando per
sempre la storia dell’alpinismo. L’ascensione, in cinque ore e mezzo
dal Colle Sud, è stata portata a termine l’8 maggio 1978.
Il film è narrato in italiano, con accento british, da
Ian McNaught-Davis, storico presentatore scientifico della BBC e
alpinista di buon livello.
La congenialità
Nonostante la differenza di età, Simone Moro e Tamara
Lunger condividono un obiettivo simile e i loro ruoli sono chiari: lui
il mentore saggio, lei la studentessa entusiasta. Ma mentre la squadra
si dirige verso il Kanchenjunga per tentare la più alta traversata
oltre gli 8000 metri, i loro ruoli iniziano a scambiarsi.
Holy mountain
L’Ama Dablam (6812 metri) è senza dubbio una delle
montagne più belle al mondo, famosissima anche perché sorge isolata
nella valle lungo la quale si inerpica la via di accesso al campo base
dell’Everest. Ma è la stessa montagna sia per gli alpinisti che si
recano nel Khumbu, sia per gli sherpa che in quelle vallate vivono? È
questa la domanda alla quale Reinhold Messner propone la sua risposta
con questo film. E il “re degli Ottomila” lo fa raccontando per
immagini tre storie vere, compresa la straordinaria operazione di
salvataggio di una spedizione neozelandese, composta anche da Peter
Hillary, di cui fu protagonista nel 1979 insieme al dottor Oswald
“Bulle” Oelz.
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