Come già accennato nel mio post del 26.06.18 ho continuato a leggere la vecchia pubblicazione “Biblioteca 70” (edita a cura della biblioteca della Cassa di Risparmio di Parma e Monte di Credito su Pegno di Busseto – anno 1, stampa del dicembre 1970, pag. 89) ho trovato un articolo a firma di ignoto C.M. intitolato “Busseto da salvare”. Tra le varie indicazioni dell’articolo di cui alcune situazioni non più modificabili (leggi come è stata ‘affogata’ Villa Pallavicino) alcune potrebbero a tutt’oggi essere salvate. Certo è che sono passati diversi anni dall’articolo che cita: … La guerra ci aveva risparmiato lutti e distruzioni, ma quod non fecerunt barbari, fecerunt i Barberini ... … Per non parlare poi della dispersione sconsiderata di opere d'arte, non sempre minori, esistenti fino a pochissimi anni fa nelle nostre chiese: corali miniati, suppellettili varie, quadri, oggetti di cui eravamo ricchissimi, forse troppo per apprezzarne il valore: di Sant'lgnazio non rimane più nemmeno un servizio d'altare …. Ora dopo circa 50 anni Sant’Ignazio, anzi la chiesa a lui dedicata [1], sta diventando martire, prima l’offesa di essere stata considerata magazzino agricolo, poi palestra per la pallavolo, da cui l’amputazione delle dita di molte statue causate dalla pallonate, il tetto che oggi quasi colabrodo lascia passare l’acqua con conseguente distruzione degli stucchi e affreschi rimasti Già avevamo segnalato la situazione nel nostro speciale del febbraio 2015: “la chiesa gesuita di sant’Ignazio” https://www.borgo-italia.it/gli_speciali/sant_ignazio.php Ma il tutto è caduto in un silenzio tombale. segnalate: ufficiostampa@italianostra.org info@fondoambiente.it [1] chiesa edificata dai Gesuiti attorno al 1617, in stile barocco, interamente stuccata da Domenico Dossa e Bernardo Barca, gli affreschi sono attribuiti a Giovanni Evangelista Draghi, stucchi, affreschi, statue e anche la copertura in completo degrado. |