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la penso cosė: da malebolge in data 05.12.2017 [FI IT]
quanto basta o bilancino di precisione
foto malebolge

Anche se non sono un “esperto” l’italica cucina fa parte delle mie passioni.

Seguo, saltuariamente, alcune delle varie ed innumerevoli trasmissioni in cui chef stellatissimi, o presunti tali,  arzigogolano piatti “belli” a vedersi, ma la sostanza?

Se voglio soddisfarmi l’occhio mi reco ai vicini Uffizi, se il palato in una trattoria di cucina locale.

Certo l’ordine e la pulizia sono qualità essenziali per una buona cucina, ma da qui arrivare a fare presentazioni pseudoartistiche, ed aggiungo effimere, mi sembra che sia un’inutile e come minimo fuorviante.

Tra l’altro, ascoltando qua e la, ho saputo che ad uno degli ultimo concorsi di cucina internazionale i nostri cuochi sono arrivati solo settimi.

La giustificazione a tale piazzamento è stata “che la cucina italiana” non è precisamente codificata, tot mgr di questo e tot mgr dell’altro, ma utilizza l’aborrito, e aggiungo io artistico, q.b. (quanto basta).

Ora un consiglio e un augurio:

ai cuochi italiani consiglio di snobbare tali competizioni, perché abbassarzi a tanto?

e un augurio ai cuochi, soprattutto stranieri, che utilizzano la precisione millimetrica del bilancino: spero che presto siate sostituiti da splendidi robot.

Se ne avete voglia aspetto vostre osservazioni.

foto prese dal web.

gianni_c
06.12.2017

e che "stellati d'oltralpe" non dimentichino Caterina de' Medici (Firenze, 13.4.1519 – Castello di Blois, 5.1.1589), che insoddisfatta della cucina della corte di Francia fece venire a Parigi cuochi dalla Toscana e fondò così la "famosa cucina francese".
Fu lei a dividere nella cucina i cibi salati da quelli dolci e a portare sulle tavole francesi la forchetta perché i francesi mangiavano ancora con le mani.

Marzia
05.12.2017

I primi piatti  unici  al mondo

marinadaprelà
05.12.2017

La nostra cucina italiana è eccezionale!!!! 

gianni_c
05.12.2017

Sono perfettamente d’accordo.

L’uso smodato della bilancia per ottenere una pietanza fa perdere quel “quid” che distingue un “arista” da un mero esecutore.

Del resto non siamo tutti uguali e, come per gli altri sensi, ciascuno ha il suo senso del gusto e, più importante, dell’odorato.

Al momento che un cibo viene standardizzato tanto vale mangiare un cibo industriale.

La cucina non è un’industria farmaceutica.


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